
EZIOLOGIA
L’eziologia della stenosi valvolare aortica
acquisita può essere riferita a varie cause: valvulopatia reumatica, distrofia calcifica primaria, endocardite
batterica o può instaurarsi su una valvola bicuspide.
a) Nella valvulopatia
reumatica la deformazione valvolare è patognomonica: le cuspidi appaiono
ispessite e le commissure fuse per fibrosi post-infiammatoria; sono altresì
frequenti le deposizioni calcifiche secondarie.
b) La
stenosi aortica da distrofia calcifica
primaria è definita anche stenosi aortica idiopatica calcifica, in quanto
la natura della degenerazione calcifica dei lembi è sconosciuta. Dal punto di
vista anatomico, a differenza della valvulopatia calcifica reumatica, le
commissure appaiono abitualmente libere e la stenosi è imputabile alla rigidità
delle cuspidi in conseguenza delle deposizioni calcifiche .
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CLASSIFICAZIONE
Possiamo distinguere una stenosi aortica di grado
lieve con area valvolare maggiore di 1,5 cm² (ha di solito una lenta
progressione della durata di decenni ma si sono verificati casi con evoluzione
più rapida), stenosi aortica di grado
moderato con area valvolare tra 1,5 e 0,8 cm² (ha un tempo medio di
aggravamento variabile; nella metà dei casi perchè la stenosi diventi grave è
necessario circa un decennio), stenosi
aortica grave con area valvolare inferiore a 0.8 cmq. (può restare
asintomatica per anni e la comparsa del primo sintomo modifica sostanzialmente
la prognosi: nei 3 anni che seguono la comparsa dei primi sintomi si verifica
il decesso di una quota compresa tra 1/3 e 1/2 dei pazienti).
FISIOPATOLOGIA
Il restringimento valvolare crea un gradiente
pressorio tra ventricolo ed aorta e quando l’ostio valvolare si riduce a meno
di un quarto del normale, il gradiente pressorio medio supera i 50 mm Hg e si
parla allora di stenosi severa.
Il sovraccarico di pressione sistolica
stimola un’ipertrofia concentrica del ventricolo sinistro, ma il meccanismo di
compenso dell’ipertrofia comporta un
aumento del consumo di ossigeno miocardico (ischemia miocardica da discrepanza)
ed una riduzione della compliance ventricolare sinistra con aumento della
pressione diastolica ventricolare, tale che, per ottenere un riempimento
completo del ventricolo, l’atrio sinistro si ipertrofizza e comincia a
dilatarsi; l’insorgenza di fibrillazione atriale può far precipitare questo
equilibrio precario.
L’aumento della pressione ventricolare
sinistra fa aumentare il postcarico, sinchè il ventricolo sinistro non riesce più
ad espellere in sistole tutto il sangue che riceve in diastole. Allora
aumentano le pressioni in atrio sinistro e nel circolo polmonare e compaiono i
segni della congestione polmonare (dispnea da sforzo). Nell’aorta ascendente, a
valle dell’ostio valvolare, si può realizzare un’ectasia segmentaria,
determinata dall’effetto dei vortici post-stenotici.
QUADRO CLINICO
La
caratteristica triade sintomatologica, costituita da dispnea, angina e
sincope, è presente in circa un terzo dei
pazienti.
L’angina è presente come unico sintomo o
in associazione agli altri nel 50-70 % dei pazienti, ed in quelli senza malattia coronarica essa è probabilmente dovuta alla discrepanza
tra l’offerta e la domanda di ossigeno del ventricolo sinistro ipertrofico.
Circa il 30-50 % dei pazienti con stenosi
aortica importante presenta episodi
sincopali e la causa più accreditata è quella di un’ eccessiva vasodilatazione
periferica dovuta ad un alterato meccanismo barocettoriale.
Sintomi da ipertensione venosa polmonare (dispnea,
ortopnea, dispnea parossistica notturna o edema polmonare) sono presenti
nel 30-40% .
INDICAZIONI CHIRURGICHE
La sopravvivenza media dei pazienti dopo la
comparsa di angina è circa 4 anni, dopo la comparsa di sincope è di circa 3
anni e dopo l’insorgenza di scompenso cardiaco congestizio è circa 2 anni.
La morte avviene per scompenso cardiaco
congestizio, sebbene un piccolo numero di pazienti muore di morte improvvisa,
presumibilmente a causa di aritmie ventricolari maligne.
La sostituzione valvolare aortica è
raccomandata in pazienti che presentano sintomi da ricondurre alla stenosi
aortica. Nei pazienti asintomatici molti autori raccomandano l’intervento
chirurgico se l’area valvolare è inferiore a 0,7 cm² o il gradiente supera i 70
mm Hg.
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